Questo
secondo viaggio riguarda l'itinerario Antananarivo-Majunga-Ambanja
(passando per Port-berge) -Ambilobe-Diego Suarez e zone
limitrofe -Ambanja-Nosy Be.
Il ritorno a Tana' quest'anno mi ha sbalordito: le strade
fatiscenti e le persone per la strada portano in volto
tutto il disagio e le sofferenze che questo popolo ha
subito durante quest'ultimo anno di crisi che ha proclamato
Marc Ravalamanana nuovo presidente del Madagascar. Durante
la crisi tutto costava il doppio o il triplo e il prezzo
del carburante sono salito alle stelle.
E' troppo presto per sapere se il nuovo presidente si
stia comportando bene perché è da troppo
poco tempo al governo ma su di lui c'e' grande fiducia.
Purtroppo chi ha subito i disagi più gravi è
la gente comune, chi vive alla giornata o che non ha
un lavoro che permette di guadagnare abbastanza per
mantenere la famiglia. E' comunque incredibile notare
come queste persone affrontino con dignità e
forza d'animo situazioni difficili ...credo che ciò
faccia onore a questa gente.
Questa volta a Tana' noleggiamo un vecchio e malridotto
(ma economico!) fuoristrada perché l'itinerario
che dobbiamo affrontare presenta delle piste difficili
durante la stagione secca e quasi impraticabili nella
stagione delle piogge.
La prima tappa è Maevatana che raggiungiamo dopo
aver percorso parte degli altopiani e dopo aver superato
alcuni affluenti del fiume betsiboka passando da strade
che man mano peggioravano.
Visitiamo quindi il parco nazionale di Ankarafantsika
e la riserva della foresta di Ampinjora (60,5 ettari)
dove si incontriamo, con un po' di pazienza appostamenti,
alcuni lemuri delle otto specie che la popolano e altri
curiosi animali.
Ci spostiamo quindi a Majunga che appare in alcune zone
una città moderna rispetto alle cittadine incontrate
fino ad ora. Majunga si trova sul mare ed è un
importante centro economico e di smistamento delle merci;
qui incontriamo alcuni turisti e residenti francesi
e possiamo ammirare un maestoso baobab della famiglia
Andsonia Digitata che sembra essere il più grande
del Madagascar. Da qui, tramite un'ora di traghetto
raggiungiamo Katsepi, un piccolo villaggio di pescatori
sul delta del Betsiboka. E' incredibile il mare che
si colora della terra rossastra trasportata dal fiume
che da un tocco di magia alla sabbia delle spiagge selvagge.
Qui passiamo la giornata e la notte e come spesso accade
i primi a correrci incontro sono i bambini , curiosi
e scherzosi. Vedo un piccola bambina povera accudire
una neonata, non sta giocando, aiuta e lavora nella
famiglia...qui le persone diventano adulte molto, troppo
presto e questo mi fa pensare ai mali di questo paese.
Torniamo a Majunga per spostarci a pochi chilometri
verso il Cirque Rouge, un canyon scavato dalle acque
e dai colori più svariati. Uno spettacolo unico
ci viene offerto al tramonto quando i colori diventano
più caldi e le prime ombre disegnano forme fantastiche.
Inizia ora la parte più dura del viaggio e spostandoci
verso Port Berge' i chilometri diventano sempre più
lenti da percorrere.
Da Antsohihi ad Ambanja la strada e' quasi impraticabile
e si procede quasi a passo d'uomo (anche perché
a causa dei disordini politici non e' stata ribattuta
per quest'anno). Qui si e' isolati e non riusciamo a
rispettare la tabella di marcia, per cui ci fermiamo
in una sorta di hotel locale (una baracca di legno con
un materasso...e per i servizi igienici molto meglio
l'aria aperta).
Il nostro mezzo e' lento ma robusto e anche se a volte
si blocca qualcosa per sistemarlo si trova sempre (un
chiodo può essere fondamentale per riparare un
cavo di una batteria scollegato!). In una sosta forzata
in un villaggio decido di fermarmi a comprare della
frutta (che non saprei definire perché a me sconosciuta)
e incontro una ragazzina con uno sguardo strano che
mi si avvicina mentre tra le mani stringe della manioca.
La guida mi traduce che la ragazza ha problemi mentali
ma e' tranquilla. Ci scambiamo la mano e le porgo qualche
caramella, lei mi sorride e mi accorgo di essere rimasto
al centro dell'attenzione del villaggio. Penso alle
difficoltà che devono affrontare queste persone
in questi posti isolati dal mondo, persone che comunque
non mancano di dignità e vitalità. Alla
ripartenza la ragazzina muove la mano in maniera irregolare
e mi sorride in segno di saluto e io commosso ricambio.....anche
questo e' il Madagascar!
Passiamo tra i villaggi dove siamo a contatto con la
vita reale delle persone e spesso sono stupiti gli sguardi
che incrociamo per il nostro inconsueto passaggio. Qui
tutto ha un valore e nulla si butta, anche le bottiglie
vuote dell'acqua sono un bene che ci veniva richiesto
dalla strada.
Con il colore della pelle ormai più simile a
quello della terra a causa della polvere, arriviamo
finalmente ad Ambanja dove la strada torna ad essere
facilmente accessibile e ci spostiamo fino ad Ambilobe.
Il nord e' verde e passiamo tra le piantagioni di cacao
e alberi ad alto fusto che fanno da contorno ad una
strada ricca di vita. Da Ambilobe raggiungiamo la riserva
dell'Ankarana dove accediamo a delle grotte abitate
da grossi pipistrelli che ci accolgono con il loro sinistro
"canto". Una curiosità e' che un ragazzo
Merina che ci ha accompagnato nel viaggio si e' rifiutato
di entrare nelle grotte perché territorio coperto
da Fady (tabù) per lui. I Fady sono ancora vivi
tra le tribù per cui ciò che può
fare un componente di una tribù può essere
fady per un altro e viceversa. Altra curiosità
da vedere sono i Tsinghy, formazioni calcaree alte decine
di metri.
Ci spostiamo quindi verso Jofreville, piccola cittadina
un tempo luogo di villeggiatura per francesi in cerca
di aria fresca di montagna, dove si accede alla "Montagne
d'Ambrè" che ospita una bellissima foresta
fresca e umida. Qui si possono incontrare i camaleonti
più piccoli al mondo, impossibile scovarli senza
una guida Angap.
Consiglio di proteggere le gambe con pantaloni lunghi
a causa delle sanguisughe con le quali e' meglio non
fare conoscenza (...io, aime', non sono stato un buon
esempio). Passata la notte a Jofreville si parte per
Diego Suarez. Purtroppo ricordo questo tratto di strada
e i giorni successivi come non molto piacevoli a causa
di una forte dissenteria (probabilmente causata da un
colpo d'aria sulla Montagne d'Ambrè) che mi ha
condizionato per un po' di tempo..
Diego e' una bella città, ricca di vita di giorno
e di notte, allegra e movimento. Uno spettacolo indimenticabile
e' la baia di Diego Suarez, la seconda baia più
grande al mondo ma che a differenza di quella di Rio
e' ancora in uno stato naturale con solo qualche costruzione
qua e la. Da qui raggiungiamo la spiaggia di Ramena
per un po' di relax e dopo una serata allegra passata
con la compagnia di un gruppo di persone conosciute
in loco ci dirigiamo verso la bella baia dei Sakalava.
Torniamo quindi a Diego e ci capita la grossa fortuna
che la nostra guida locale era compagno di scuola con
un capitano della marina del quale veniamo ospitati
nella sua casa. Siamo accolti con molto calore e dopo
un lungo scambio di impressioni ci organizziamo con
lui per una visita in un posto isolato che il capitano
conosce (così come tutta la costa) e ci consiglia,
la Baia de currier.
Qualche ora tra saline e mangrovie e si apre ai nostri
occhi una baia incantata abitata da pochi pescatori
dai quali compriamo dei polpi e dei pesci freschi che
arrostiamo al fuoco e diventano il nostro semplice ma
delizioso pranzo.
E' stata un'esperienza molto bella e ci congediamo dal
capitano ringraziandolo per averci fatto da guida in
questa regione che presenta mille angoli da scoprire.
Trascorriamo ancora un po' di tempo a Diego prima di
muoverci verso Ankify dove decidiamo di prendere un
traghetto del tipo che usano le persone locali per spostarci
a Nosy Be.Il traghetto e' caricato a pieno, sembra affondare
e trasporta ogni genere di mercanzia, dalle piastrelle
ai polli; un viaggio per certi punti di vista divertente
per arrivare ad Hell Ville il porto di Nosy Be.
Nosy Be e' molto bella e grazie al turismo e' privilegiata
rispetto altri posti. Forse per questo non rispecchia
realmente la vita nel Madagascar ma e' densa di fascino
e meraviglie da scoprire...un vero paradiso.
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