E'
la metà di settembre del 2001 ed eccomi,
con Danilo, il mio compagno di viaggio, su un
volo diretto ad Antananarivo, la capitale del
Madagascar e luogo di partenza per un tour verso
il sud; un viaggio che permetterà di
scoprire alcuni tra i parchi più affascinanti
dell'Isola attraverso gli altopiani centrali
e avvicinarsi ad un popolo dalle molteplici
sfaccettature.
Quest'anno in Madagascar si stanno svolgendo
le elezioni per decidere chi sarà il
nuovo presidente. Da circa 20 anni Ratsiraka
è al potere e il suo avversario più
temuto è Marc Ravalamanana. Tana' risulta
tappezzata di manifesti e la gente si divide
in gruppi che supportano i due schieramenti
(tutto il viaggio sarà caratterizzato
da questa propaganda che spesso si trasformerà
in motivo per fare festa...)
Sbrigate le varie formalità doganali
veniamo "assaliti" dai tassisti e
da chi propone cambi in valuta locale in nero...Certo
i cambi sono più convenienti rispetto
le banche ma bisogna fare molta attenzione,
anche perché si arriva da un lungo viaggio
e la mente non è al massimo della lucidità.
L'impatto della strada che porta in centro città
è molto forte, c'e' una gran confusione,
rumore, traffico, smog..un attimo di smarrimento.
Dopo aver cenato in centro vaghiamo un po' per
strada per vedere Tana' di sera. In centro si
è costantemente seguiti da chi cerca
soldi o vuole vendere o barattare qualcosa.
Ci sono zone che sono meglio evitare di sera,
le strade sono poco illuminate e può
essere pericoloso camminare fuori dal centro
perché è facile dare nell'occhio
(avviene un incontro con la polizia che gentilmente
chiede qualcosa per comprarsi da bere....meglio
acconsentire senza discutere troppo) ed è
quindi meglio muoversi in taxi. Per contrattare
(base d'ogni tipo d'affare in Madagascar) bisogna
da subito calare di circa un trenta percento
sul prezzo che normalmente viene richiesto e
da li partire per eventualmente continuare le
contrattazioni.
Passata la notte inizia il viaggio ed è
essenziale avere una buona guida ed un'auto
per potersi spostare e visitare in libertà
ciò che si vuole. Un diversivo all'auto
è l'economico taxi brusse, che con pochi
soldi permette di spostarsi da una città
all'altra e tra i vari villaggi. Il taxi brusse
("taxi delle boscaglie"), che non
è altro che un camioncino, parte quando
è pieno (veramente pieno!) e comunque
non da la possibilità di fermarsi dove
e quando si vuole; è comunque un modo
che a scapito della comodità permette
di accostarsi alla gente e conoscere tante persone.
Iniza la visita alla capitale o città
dei mille guerrieri (per via del primo re Merina,
Andriampoimerina, che vi stabilì una
guarnigione di mille guerrieri) e dopo la visita
del palazzo reale e alla città eccoci
immersi nei mercati dove si può trovare
di tutto e la cosa è molto pittoresca.
Lo zoma ("venerdì".... il giorno
il cui si svolgeva) era nei tempi passati il
più grande mercato del mondo ma ora questo
ha lasciato spazio a vari mercati sparsi per
la città.
Altra tappa è quella di visitare le rovine
di Amboimanga, l'antica capitale Merina.
A circa 150 km da Tana' c'e' la riserva del
Perinet e vale veramente la pena trascorrervi
un paio di giorni. In accordo con la guida ANGAP
del parco visitiamo prima la foresta di giorno
e poi di notte dove le sensazione è bellissima
e i rumori degli animali fanno da contorno ai
lemuri notturni che chi circondano.
Ci muoviamo verso Antirabe e spesso ci fermiamo
a comprare sulla strada ogni sorta di frutta
ed ogni fermata è motivo per scoprire
un angolo diverso. Il paesaggio è caratterizzato
da coltivazioni a terrazza e abitazioni tipiche
in terra rossa e boschi di conifere.
Antsirabe' è una città termale,
ricca di laboratori di pietre semipreziose (interessante
è visitarne qualcuno) e sono caratteristici
i viali larghi ornati da varie piante. Dappertutto
ci sono pus pus (riscio') che ci vogliono portare
in giro per la città. Benché si
possa pensare che sia un modo "inumano"
per farsi trasportare è un modo comunque
per far sbarcare il lunario a persone che nel
pus pus hanno la loro unica fonte di guadagno
e quindi di sopravvivenza.
Passata la notte andiamo a visitare il lago
Tritriva dalla caratteristica forma che assomiglia
a quella del Madagascar e sul quale una leggenda
lo va a mitizzare: un tempo due amanti si suicidarono
nel lago perché le rispettive famiglie
non condividevano la loro unione. Gli amanti
si reincarnarono in due piante su una sponda
del lago intrecciandosi e rimanendo così
abbracciati per sempre.
Si riparte verso sud verso Fianarantsoa e il
paesaggio cambia, più pianeggiante con
coltivazioni di riso e le case da color rosse
passano al bianco. Ci fermiamo ad Ambositra
dopo circa 90 km, un centro artigianale noto
per la scultura, l'intarsio del legno e la lavorazione
della rafia. I malgasci sono un esempio lampante
di come da materiali naturali e semplici si
possano realizzare oggetti d'artigianato che
uniscono funzionalità e bellezza allo
stesso tempo.
La strada che porta alla regione vinicola di
Fianarantsoa è caratterizzata da un paesaggio
che varia in continuazione. La città
è basata sulla coltivazione del caffè,
il cacao e la produzione di vino. Andiamo in
una missione francese e qui assaporiamo un vino
che non disdegniamo e del quale acquistiamo
qualche bottiglia. Le missioni in Madagascar
sono numerose e sono spesso un'ancora di salvezza
per delle situazioni difficili....alle persone
che dedicano la loro vita a queste iniziative
va spontanea una sincera e profonda ammirazione.
La città ha un'atmosfera piacevole e
percorrendo delle salite si possono raggiungere
dei punti dai quali si godono dei bei panorami.
A circa una settantina di Km da Fianarantsoa
c'e' la bella riserva di Ranomafana (Rano=acqua,
Mafana=caldo ...ho studiato qualche parolina
malgascia...) nella quale si possono vedere
molte specie di piante e ben 12 variata di lemuri.
Ci spostiamo quindi verso Ranohira per visitare
l'interessante cartiera di Antaimoro che produce
una carta speciale in maniera artigianale, un
tempo usata per scrivere, oggi ha più
una funzione ornamentale ed è usata per
cartoline, segnalibri ecc...
Siamo in territorio bara e un pastore ci costringe
ad una tappa forzata per via del fatto che alcuni
zebù non si vogliono spostare dalla strada.
La terra è rossa, la regione secca e
la pista che percorriamo attraversa una prateria
infinita spezzata dai termitai dove si intravede
solo qualche piccolo e povero villaggio di pastori.
Arriviamo quindi a Ranohira, punto di partenza
per la visita del parco dell'Isalo, ricco di
canjon profondi e rocce scolpite dell'azione
erosiva degli elementi.
E' questa una delle riserve che più mi
ha affascinato. Durante la notte passata vicino
al parco ho potuto vedere come non mai lo spettacolo
delle stelle dall'emisfero australe lontano
dalle luci del progresso con la compagnia del
solo canto degli animali notturni.
Dopo l'isalo ci muoviamo verso Tulear, città
a cavallo del tropico de capricorno, abitata
dalla tribùVezo famosi per l'abilita'
nella pesca. Molte le cose da vedere come il
colorato "mercato delle conchiglie",
l'arbre sacre', la tomba del re Rebibi nelle
vicinanze, la zona di Ifaty e la barriera corallina
e altro ancora.
Ma è già ora di partire e ci attende
l'aereo per Nosy Be, l'isola più sviluppata
dal punto di vista turistico che ci offre relax
ed è il punto di partenza per la scoperta
delle fantastiche isolette come Nosy Iranja
-Nosy Tanikely, le isole mitsio e molte altre
(vedi sezione escursioni in "proposta di
soggiorno").
Al ritorno, all'aeroporto di Tana', mi ha fermato
una suora Italiana che lavora in una missione
poco distante che mi ha chiesto di spedire una
lettera in Italia e durante un breve ma inteso
colloquio mi ha spiegato come le cose non siano
cambiate in meglio negli ultimi 20 anni: un
governo corrotto e insensibile ai bisogni della
gente ha creato situazioni a volte drammatiche.
Tutti auspicano un cambiamento e la speranza
è che si possa creare un governo diverso
e più attento alle esigenze della gente..........................lo
spero anch'io.
L'itinerario che abbiamo svolto da Tana' a Tulear
non presenta particolari difficoltà se
non una piccola dose di adattabilità
che viene comunque compensata dalla spettacolarità
dei paesaggi e dall'accoglienza dei malgasci.
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